Presunti concorsi truccati, dopo sei anni arriva archiviazione. Soddisfatto D’Avirro: “Quadro probatorio inattendibile”
Il Tribunale di Venezia ha messo definitivamente fine all’inchiesta durata oltre sei anni sui presunti concorsi truccati, aperta nel 2017 dai pm di Firenze, con un’archiviazione che riconosce le ragioni esposte ripetutamente nelle aule dall’avv. Antonio D’Avirro e dai suoi colleghi.
L’avvocato, legale di alcuni dei professori coinvolti nel caso, ha rilasciato dichiarazioni in seguito al provvedimento del Tribunale veneto per gli oltre 40 indagati rimasti nell’inchiesta su presunte illegalità nell’assegnazione delle abilitazioni all’insegnamento tributario aperta dalla Procura di Firenze e poi trasferita per competenza prima a Pisa e poi a Venezia.
«Dispiace che questa bella notizia arrivi troppo tardi per ll professor Augusto Fantozzi» prosegue il penalista fiorentino che ha difeso anche l’ex ministro, il nome più illustre coinvolto nella vicenda con grande risalto mediatico, fino alla sua morte avvenuta nel 2019.
«Sono ovviamente soddisfatto per i miei clienti – prosegue il penalista fiorentino – a partire dalle motivazioni riconosciute dal giudice che attestano uno scenario che noi abbiamo sempre rivendicato: l’”insussistenza di un credibile quadro probatorio da sottoporre al vaglio del dibattimento fondandosi le ipotesi di accusa sostanzialmente sulla base di stralci di intercettazioni telefoniche e ambientali informali” che “si risolvono in una congerie di commenti” sui titoli e sui percorsi professionali dei vari candidati. Conversazioni che, secondo il giudice, non possono fondare “nessuna certezza di veridicità e nemmeno di corrispondenza reale delle valutazioni al pensiero degli interlocutori come è ovvio che sia in occasione di chiacchierate tra colleghi». Insomma, conclude l’avvocato D’Avirro riportando quanto scritto nel provvedimento del giudice, alla base dell’indagine c’erano fonti di prova di “assoluta inattendibilità”.