Cyber Security Italy Foundation in Senato: progetti e idee per vincere la sfida della sicurezza cibernetica
Attrazione dei talenti, internazionalizzazione, sviluppo delle competenze, partnership pubblico-privato, collaborazione tra Stati, sicurezza delle infrastrutture critiche. Sono stati questi i temi al centro dell’incontro “Progetti e idee per vincere la sfida della sicurezza cibernetica”, promosso dalla Cyber Security Italy Foundation, la prima fondazione no profit in Italia del Terzo Settore sul mondo cibernetico, presieduta da Marco Gabriele Proietti, e su iniziativa del senatore segretario Marco Silvestroni. L’evento, il secondo nel cuore delle Istituzioni, si è tenuto a Roma nella magnifica cornice della Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, presso il Senato della Repubblica.
A fare gli onori di casa il Senatore segretario Marco Silvestroni, che ha sottolineato l’importanza “di iniziative come questa e di enti come la Cyber Security Italy Foundation per diffondere la cultura cyber e della sicurezza cibernetica tra imprese e cittadini e per dotare la nostra nazione degli strumenti culturali e delle competenze tecniche necessarie alla sfida che ci attende, considerando quanto il dominio cibernetico e l’utilizzo della tecnologia stiano permeando la società civile”. “Dominio non naturale – prosegue – ma già popolato di interessi, di istituzioni di diritti, di cittadini, di consumatori e di aziende. Questioni di tutela degli interessi, anche quelli nazionali, impongono quindi la vigilanza, la presenza ed il governo da parte dell’istituzione pubblica. Per svolgere tali compiti occorrono professionalità specifiche, competenze mature, e profonda conoscenza dell’ambiente digitale”.
“La Nato ha definito il cyberspazio come il quinto dominio, io lo definisco come super-dominio, perché pervade tutti gli altri”, spiega nel suo intervento Matteo Perego di Cremnago, sottosegretario alla Difesa, in rappresentanza del Governo. “L’Europa è passata ad un approccio più olistico nella materia Cyber e forte è anche la sinergia con la Nato. Occorre dunque fare sistema tra Istituzioni e imprese. È evidente che la tecnologia sia un fattore abilitante ma la differenza la fanno sempre le persone: la nostra capacità di attrarre talenti sarà la chiave di successo, che rappresenta il presente e il futuro del nostro Paese”, ha aggiunto Perego di Cremnago, che ha sottolineato l’importanza della commistione fra pubblico e privato nell’ambito della sicurezza cibernetica.
“Su queste tematiche finalmente si torna a parlare di competenza. Ed è anche per questo motivo che ho deciso di sostenere la nascita dell’intergruppo parlamentare ‘per la Sicurezza Informatica e Tecnologica’. Con questo strumento, che ha trovato l’adesione immediata di numerosi colleghi, potremo dare concretezza e risposte agli italiani in merito alle sfide del dominio digitale. Per fare ciò ho chiesto alla Fondazione un supporto tecnico scientifico. Abbiamo il dovere di sostenere il Governo in questo percorso, intervenendo con gli strumenti che il Parlamento ha a disposizione, e quindi anche con iniziative legislative, in un tema così delicato e di rilevanza nazionale. Il primo incontro dell’Intergruppo si terrà il prossimo 12 aprile”, sostiene Alessandro Colucci, segretario di presidenza della Camera che dell’intergruppo è promotore e presidente.
Laura Carpini, Capo Unità per le politiche e la sicurezza dello spazio cibernetico del MAECI, ha invece analizzato la dimensione delle relazioni internazionali: “Il ruolo della diplomazia deve essere rafforzato. Rappresenta un elemento trasversale rispetto ai quattro pilastri della Strategia nazionale di cybersicurezza: resilienza, difesa, intelligence, contrasto alla criminalità informatica. Il fattore cibernetico e tecnologico, come ha dimostrato anche il recente conflitto russo-ucraino, ha cambiato il paradigma del conflitto, annullando gli schemi dei confini tradizionali, così come la definizione di potenza-Paese e di conseguenza delle relazioni internazionali. Tutto questo scenario chiama in causa la diplomazia per ricostruire i rapporti tra Stati, promuovere l’interesse nazionale e limitare l’instabilità. E’ nostro dovere avviare un ecosistema di cyber capacity building, creare cioè un ecosistema nazionale che unisca le forze tra pubblico e privato per rafforzare così l’alleanza dei Paesi partner, colmando così il dislivello della digitalizzazione tra Stati che rende il sistema, vulnerabile, insicuro e instabile”.
Ivano Gabrielli, Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, ha ricordato come l’Italia sia considerata un modello riconosciuto a livello internazionale per la sicurezza cibernetica. “C’è bisogno di una cyber polizia – spiega Gabrielli -, è un asset necessario in termini preventivi e di contrasto. Gli attacchi cyber che integrano fattispecie di reato sono raddoppiati, raggiungendo oltre 13 mila casi, con un fattore di moltiplicazione del 100% a partire da febbraio del 2022. Le strutture di law enforcement, come la nostra, devono essere sempre presenti nell’architettura della sicurezza cibernetica di ciascun Paese e devono essere curate, mantenute e alimentate quotidianamente. Il cybercrime è considerato tra le cinque più pericolose emergenze del futuro. Il modello italiano è peculiare potendo vantare una significativa capillarità sul territorio con 18 strutture collegate in rete tra loro e con una grande capacità di rispondere alle minacce”. “Ci stiamo avviando – anticipa il direttore – alla creazione di una direzione centrale dedicata alla cyber sicurezza che si affiancherà alla direzione centrale anticrimine e a quella antiterrorismo”.
I lavori dell’evento sono stati coordinati dal direttore del Comitato tecnico scientifico di Cyber Security Italy Foundation, l’ing. Angelo Tofalo, già sottosegretario alla Difesa, e nel corso dell’iniziativa sono intervenuti anche i componenti del CTS Cyber Noemi Ferrari, Simone Pezzoli, Tiziano Li Piani e Matteo Macina. In un messaggio inviato al convegno, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, ha auspicato che l’iniziativa “possa essere un proficuo momento di riflessione sulle sfide che ci attendono nei prossimi anni, per coniugare la necessita’ di continuare il percorso verso una crescente digitalizzazione con l’esigenza di proteggere dalle minacce cyber i nostri asset strategici, la nostra competitività economica e la nostra sicurezza nazionale”
In platea tra gli altri, Luigi di Maio (già ministro per gli Affari esteri), on. Nicola Carè (componente della Commissione permanente IV Difesa), Eugenio Santagata (Chief Public Affairs & Security Officer di Tim e ad di Telsy), Marco Molinaro (security lead Europe di Accenture) e Luigi Carnevale (direttore della sicurezza del Senato).