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“Salute per tutti”, le aziende italiane per la ricerca

“Salute per tutti” è il tema della Giornata Mondiale della Salute 2023, istituita nel 1948 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e che cade ogni anno il 7 di aprile. 

Quello di garantire cure a tutti coloro che ne hanno bisogno è un argomento sul quale è ritornata forte l’attenzione, soprattutto dopo la pandemia, e che ha riacceso i riflettori sulle persone che fanno fatica ad accedere a prestazioni adeguate. L’OMS sottolinea l’importanza di affrontare le disuguaglianze e la necessità di una visione più ampia della salute, che non si limiti alla sola assenza di malattia, ma consideri anche il benessere fisico, mentale e sociale. Contestualmente è aumentata l’attenzione sul tema della ricerca e della prevenzione: a testimoniarlo i vaccini sviluppati nel giro di pochi mesi grazie a importanti investimenti. La stessa attenzione dovrà essere riposta sulle malattie che, al momento, non trovano cure efficaci al 100%.  

La collaborazione tra il pubblico e il privato è diventata fondamentale per gli enti di ricerca che si pongono come obiettivo lo studio di nuovi approcci terapeutici e che cercano fondi per finanziare le loro indagini. Sono per fortuna tante le aziende che, in un’ottica di responsabilità sociale d’impresa, stanno decidendo di dare il loro contributo per la ricerca scientifica

Tra queste, c’è Tigotà. Grazie a importanti campagne di sensibilizzazione e al coinvolgimento attivo della clientela, il brand di cura e pulizia della persona e della casa ha raccolto in totale quasi 300mila euro

In Italia ogni anno il cancro colpisce circa 1.400 bambini fino ai 14 anni e 900 adolescenti tra i 15 e i 19 anni. Grazie all’impegno di medici e ricercatori, oggi circa l’82% dei bambini e l’86% degli adolescenti è in vita cinque anni dopo la diagnosi.

Tigotà e Fondazione AIRC

L’ultima collaborazione in ordine di tempo avviata dal brand è stata quella con Fondazione AIRC, primo polo privato di finanziamento della ricerca indipendente sul cancro in Italia che, solo quest’anno, ha investito circa 8 milioni di euro per sostenere 65 progetti e 7 borse di studio specifici sui tumori pediatrici, per sviluppare terapie sempre più efficaci, personalizzate e meno tossiche per tutti i piccoli pazienti.

Tigotà e Fondazione Umberto Veronesi

Nel corso degli anni Tigotà ha affiancato anche Fondazione Umberto Veronesi nel finanziamento alla ricerca scientifica d’eccellenza sui tumori tipicamente femminili e sulle leucemie che colpiscono i bambini e Fondazione Città della Speranza, quest’ultima impegnata sulla ricerca scientifica riguardante i linfomi detti “non-Hodgkin”. Sebbene i progressi nelle terapie di questo tipo di linfomi abbiano garantito la guarigione di molti bambini, alcuni pazienti presentano una recidiva della malattia o non rispondono alle terapie convenzionali. Lo studio ha l’obiettivo di identificare i meccanismi che ostacolano le terapie, con il fine di contribuire al miglioramento degli approcci immunoterapici, necessari per garantire un’efficace alternativa ai pazienti che oggi non trovano cura.

“Crediamo che ogni piccola azione possa generare un grande cambiamento” spiega il Presidente di Tigotà Tiziano Gottardo “il nostro desiderio è quello di crescere avendo una cura sempre maggiore verso le persone, il tessuto sociale e l’ambiente. Parte della cultura aziendale si traduce in azioni concrete e operazioni tangibili di responsabilità sociale d’impresa”.

Il progetto #LOVEWOMEN 

L’impegno dell’azienda riguarda la salute fisica ma anche quella mentale, ancora troppo spesso accantonata. Nel 2022, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Tigotà ha infatti lanciato la campagna #LOVEWOMEN con l’obiettivo di sostenere associazioni, come Scarpetta Rossa asd, che sostengono e accompagnano le vittime di violenza di genere le quali, oltre ai danni fisici, subiscono importanti danni psicologici. 

“Per questo in azienda – conclude l’AD di Tigotà Stefania Casonato – in caso di malattia, conseguenza delle violenze fisiche o psicologiche subite, abbiamo deciso di estendere il periodo di conservazione del posto di lavoro a 240 giorni, rispetto ai 180 previsti attualmente dalla legge. Diamo poi la possibilità di richiedere il trasferimento presso una diversa filiale del gruppo con il fine di offrire una maggiore protezione alla persona colpita. Proprio per sostenere collaboratori e collaboratrici in difficoltà, la società ha inoltre attivato uno sportello di ascolto con una psicoterapeuta professionista in grado di avviare specifici percorsi di tutela e benessere psicologico”. 

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