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T6 analizza i tribunali italiani: ecco le cause dell’allungamento dei tempi delle procedure esecutive

Marco Pesenti

L’Associazione T6Tavolo di Studio sulle Esecuzioni Italiane – presenta oggi “Il Funzionamento delle Procedure Esecutive: analisi e performance dei tribunali”, un approfondimento (a cura del Prof. Federico Cecconi e dell’Avv. Laura Pelucchi) del suo report annuale che nasce con l’obiettivo di indagare il funzionamento delle esecuzioni immobiliari in Italia. Lo studio si articola attraverso l’analisi delle performance dei Tribunali in termini di arretrato e capacità di smaltimento dello stock delle pratiche pendenti, nonché l’individuazione di fattori in grado di incidere significativamente sulla durata e lo svolgimento di tali procedimenti.

Prendendo in esame un campione di 140 tribunali e un totale di 245.000 fascicoli aperti dal 2001 al 2021, è emerso che i tribunali del Nord Est risultano i più performanti, presentando un indice di smaltimento delle procedure migliore, che si riflette anche in un minor numero di fascicoli con anzianità oltre i 5 e i 10 anni e in una minore durata media delle procedure esecutive, pari a 4,47 anni. In parallelo, i tribunali italiani di dimensioni maggiori registrano a loro volta una migliore capacità di smaltimento rispetto agli altri e, di conseguenza, migliori performance in termini di durata delle pratiche, per una media di 5,06 anni.

Secondo l’indagine, i fattori che svolgono un ruolo di rilievo nell’allungamento dei tempi delle procedure sono riconducibili principalmente a cause dipendenti dall’organizzazione degli uffici giudiziari, quali le sostituzioni dei giudici (risultanti nel 92% dei casi con criticità) e le proroghe al deposito della CTU (presenti nel 30% dei fascicoli con criticità). Altri fattori sono poi rappresentati da eventi che dipendono da attività su impulso delle parti, quali le conversioni e le opposizioni, che risultano però quasi irrilevanti (circa l’1% dei casi).

Analizzando gli effetti di questi indicatori, nella totalità dei casi la sostituzione dei giudici è responsabile di un allungamento medio della durata delle procedure esecutive del 89%, rispetto alle procedure che non presentano questa criticità. Escludendo la combinazione con altri fattori, la sola sostituzione dei giudici comporta, invece, un prolungamento dei tempi a livello nazionale del 77%. A livello geografico, il Nord Ovest si conferma l’area geografica con l’incidenza minore, pari al 65%, seguita poi dal Nord Est, che registra un’incidenza del 79%. A loro volta, i tribunali italiani medio-grandi risultano i più performanti, con un’incidenza del 63%, seguiti dai tribunali molto grandi, in cui l’incidenza è del 73%.

Per quanto concerne le proroghe al deposito della CTU, nella totalità dei casisi registra un allungamento medio delle tempistiche del 64%. Escludendo, invece, la combinazione con altre criticità, la sola proroga al deposito della CTU è responsabile di un allungamento della durata del 22%. In questo caso, i tribunali più performanti sono quelli del Sud e del Nord Est, con un indice che si attesta rispettivamente al 11% (giustificato in parte dal minor numero di fascicoli) e al 17%, seguiti poi dal Nord Ovest, con un’incidenza del 22%.

Nel complesso, lo studio evidenzia un divario territoriale tra Nord e Sud, sia in termini di capacità di definizione che di rallentamento nella gestione, giustificato principalmente dalla migliore organizzazione di uffici giudiziari più articolati e con la maggior concentrazione di procedure in Tribunali con una copertura territoriale più elevata.

Tuttavia, lo studio mette in rilievo anche un altro dato interessante: a causa del retaggio degli effetti delle misure d’urgenza introdotte durante la pandemia, i tribunali mantengono un significativo numero di esecuzioni che tardano a giungere a conclusione, nonostante la durata media delle procedure esecutive negli ultimi anni sia in calo.

Marco Pesenti, Presidente dell’Associazione e Senior Partner de La Scala Società tra Avvocati, ha commentato: “È la prima volta che presentiamo un approfondimento del nostro report annuale sui tempi dei Tribunali, giunto ormai alla sua sesta edizione. Con questo aggiornamento del report ci siamo posti l’obiettivo di indagare in maniera approfondita il funzionamento delle esecuzioni immobiliari. Il monitoraggio dell’andamento dei Tribunali in termini di pratiche pendenti e l’individuazione di fattori in grado di incidere in maniera significativa sullo svolgimento dei procedimenti e sulla loro durata ci hanno permesso di restituire un quadro preciso della situazione italiana. Da queste basi potremo così lavorare congiuntamente per intervenire in maniera diretta sulle cause principali che influiscono in maniera negativa sulla durata delle procedure. Alla luce di queste evidenze, non va comunque ignorato l’impatto che la pandemia ha avuto sull’intero impianto e, per avere una fotografia più stabile, non ci resta che attendere di vedere le evoluzioni nei prossimi anni, anche alla luce delle più recenti novità introdotte nel settore dalla riforma del processo civile.”

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