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IMU sugli immobili abusivamente occupati: Di Tanno e Associati ottiene la rimessione alla Corte Costituzionale

Di Tanno e Associati, con un team composto dal Partner Fabrizio Iacuitto, dal Manager Rosamaria Nicastro e dall’Associate Anna Paola Di Pillo ha ottenuto la rimessione alla Corte Costituzionale della questione di legittimità costituzionale dell’art. 9, comma 1, D.Lgs. n. 23/2011, nella formulazione vigente prima delle modifiche apportate con la L. n. 197/2022, nella parte in cui non prevede l’esenzione dall’imposta nell’ipotesi di occupazione abusiva dell’immobile che non possa essere liberato, per cause indipendenti dalla volontà del proprietario, pur in presenza di denuncia alle competenti Autorità.

Le sentenze della Corte di Cassazione

Con due ordinanze interlocutorie (nn. 9956/2023 e 9957/2023, depositate il 13 aprile 2023), la Corte di Cassazione, in primo luogo, esclude che la nuova disciplina – introdotta con la L. n. 197/2022 – possa trovare applicazione alle fattispecie verificatesi anteriormente alla sua entrata in vigore, giacché la novella normativa, stante la propria natura innovativa, non ha efficacia retroattiva.

In secondo luogo, la Suprema Corte si discosta dal proprio consolidato e univoco orientamento a mente del quale il presupposto impositivo dell’IMU vada individuato nella titolarità del diritto di proprietà o di altro diritto reale quale titolo legittimante il possesso e giunge a ritenere che lo stesso ponga una rilevante e non manifestamente infondata questione di legittimità costituzionale del citato articolo 9, in riferimento agli artt. 3, 42 e 53 della Costituzione.

In particolare, la Suprema Corte ritiene, in modo del tutto innovativo, che, con riferimento agli immobili abusivamente occupati e di cui sia precluso lo sgombero per cause indipendenti dalla volontà del contribuente, venga a mancare il presupposto dell’imposta, che è correlato all’effettivo e concreto esercizio dei poteri di disposizione e godimento del bene, in quanto manifestazioni di capacità contributiva.

Inoltre, la Suprema Corte ritiene che il prelievo tributario operato in relazione ad immobili abusivamente occupati e non sgomberabili si ponga in contrasto con le disposizioni di rango costituzionale a tutela del diritto di proprietà oltre che con le norme della Convenzione Europea dei diritti dell’uomo.

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