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Fondazioni di origine bancaria. Un libro ne ricostruisce la storia

Le edizioni Ares hanno dato alle stampe il prezioso pamphlet «Le fondazioni di origine bancaria. Una storia italiana», scritto da Luigi Grillo e curato dal capo dell’economia del Corriere della Sera, Nicola Saldutti.

Grillo, per chi non lo conoscesse in ambito economico finanziario, è stato il padre della legge di istituzione delle fondazioni, deputato DC dall’87 e dal 1994 al 2013 senatore con Forza Italia. Ha ricoperto tra gli altri il ruolo di sottosegretario al Bilancio nei governi Amato e Ciampi, alla presidenza del Consiglio con Berlusconi e per molti anni presidente della commissione Lavori pubblici del Senato. Difensore dell’autonomia del sistema bancario, degli interessi nazionali, padre della legge sul project financing in ambito infrastrutturale, ha giocato in più occasioni partite decisive, tutelando ad esempio l’autonomia delle fondazioni bancarie dalla logica spartitoria della politica a cavallo degli anni Duemila. Ha accompagnato il percorso che ha portato all’attuale assetto della Cassa Depositi e Prestiti, un player decisivo per il nostro Paese in gran parte delle più importanti partite a livello nazionale. Amico e interlocutore privilegiato del Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio, non si è mai stancato di ricordare le parole di quest’ultimo, oggi più che mai attuali: «Un Paese che vuole mantenere la sua autonomia deve conservarla in campo finanziario e nel settore dell’energia».

Ancora recentemente, in occasione del match per il controllo di Banca Carige, il senatore Grillo ha fatto sentire la sua voce perché non vi fosse alcun regalo ai francesi di Crédit Agricole, che già avevano fatto man bassa di acquisti lungo la Penisola. La cassa di risparmio dei liguri è poi entrata nel terzo gruppo italiano, BPER, che si sta contraddistinguendo per capacità di crescita.

Il libro di Grillo e Saldutti è importante per ricostruire pagine di storia e capire molto del presente e del futuro prossimo del nostro Paese. D’altra parte, come afferma Luigi Grillo nel testo, «se osserviamo quel che stanno facendo le fondazioni, non possiamo che notare un aspetto: si sono dovute sostituire allo Stato in molti settori, coprendo aree, zone, iniziative, finalità che lo Stato, per i suoi sempre più stringenti vincoli di bilancio, non è stato in grado di svolgere in questi anni. Quante apparecchiature mediche hanno acquistato? Quante iniziative di volontariato hanno sostenuto? Quanti progetti di ricerca? Un protagonismo diventato necessario laddove lo Stato nelle sue articolazioni non è riuscito a intervenire».

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