Donne du du du? No, migliori negoziatrici
In questi anni si è spesso lamentata la scarsa presenza delle donne nei grandi convegni internazionali in tal senso, last but not least a supporto dell’argomento l’ottimo contributo (molto documentato a livello di dati e di evidenze) di Elena Palloni e Luisa Sacco all’interno del collettaneo a cura di Francesco Tufarelli e Monica Didò “Negoziato e Comunicazione negli anni ‘20” (ed. The Skill Press).
In realtà forse qualcosa sta cambiando proprio in questi giorni e a dircelo è proprio uno degli appuntamenti annuali più impattanti a livello di regolazione internazionale: lo State of the Union di Firenze (SOU) ovvero uno dei rari eventi in cui si costruisce il futuro della regolazione e delle politiche europee o “Brussels effect”.
Più precisamente l’edizione SOU 2023 ha costruito ed ospitato (in collaborazione con l’importante asset di Stato PagoPa) un degli appuntamenti più attesi dell’anno sui temi della regolazione digitale: “EU digital identity: How many bricks in the Wallet?”. In tale contesto si sono confrontati insieme alle istituzioni europee i più eminenti esperti continentali in ambito d’identità digitale e su dieci partecipanti ben sette erano donne.
Tenendo conto del fatto che la transizione digitale insieme alla transizione verde rappresenta il driver più importante della nuova politica di sviluppo a livello mondiale si potrebbe tranquillamente supporre che le donne hanno le idee più chiare degli uomini rispetto a dove dovrebbe andare il pianeta…