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beLab, l’Alternative Légal Service Provider di BonelliErede, diventa una società

beLab, business unit creata nel 2017, acquisisce una propria autonomia, pur rimanendo sotto il controllo dello studio legale, diventando una società per azioni.

«Dopo un percorso che ha visto beLab crescere e strutturarsi gradualmente sul mercato italiano, proponendosi come centro di sviluppo di nuovi servizi legali “tecnocentrici” e raggiungendo importanti traguardi, il progetto vive un cambio di paradigma, diventando una società autonoma. Con questa trasformazione, bLab raccoglie la tradizione di eccellenza di BonelliErede per proiettarla in territori nuovi, posizionandosi come punto di riferimento nell’offerta di servizi legali complementari», ha commentato Alessandro Musella (in foto), presidente della nuova società. 

Il raggio d’azione della struttura, a tre anni dal suo avvio, guarda sempre di più allo sviluppo dei servizi legali “complementari”: dal compliance management all’e-discovery & litigation support, passando per investigation, Kyc (know your customer) e due diligence terze parti, modelli 231 e transaction service. Tutte attività svolte puntando sulla tecnologia digitale con l’obiettivo di agevolare il potenziamento, l’efficacia e la modularità dell’attività legale.

Il Consiglio di Amministrazione di beLab è composto da Marcello Giustiniani, Stefano Simontacchi, Andrea Carta Mantiglia, Umberto Nicodano, Eliana Catelano ed è guidato da Musella. Tutti professionisti che sono anche soci di BonelliErede. Il ruolo di amministratore delegato è stato invece assegnato a Gabriele Zucchini, che da oltre 15 anni ricopre anche il ruolo di direttore generale dello studio legale.

Il progetto, fanno sapere i suoi promotori, ha l’ambizione «di guidare la trasformazione (digitale e non) in atto nel mondo dei servizi legali, dove l’innovazione tecnologica è la chiave per creare valore ai clienti».

Questa iniziativa ha un potenziale enorme – conclude Marcello Giustiniani, che quattro anni fa è stato tra gli ideatori del progetto – soprattutto «di fronte alle nuove sfide poste dalla digitalizzazione e rese oggi davvero indifferibili dalla pandemia da Covid-19». E l’avvocato mette in evidenza l’importanza di un «approccio inedito e orientato al risultato».

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