Scrivi per cercare

Amministrativo civile Ultim'ora

“Obbligo vaccinale, i dubbi sulla Consulta”

Pubblichiamo il parere reso come amici curiae degli avvocati Roberto Tieghi e Giulio Chiarizia

La Corte costituzionale ha affermato la costituzionalità dell’obbligo alla vaccinazione anti-Covid, con le recenti sentenze 14 e 15 del 2023. La relativa motivazione tuttavia è sconcertante.

Richiamando i suoi precedenti in tema di trattamenti sanitari obbligatori, la Consulta ha ritenuto ragionevoli e proporzionate le scelte effettuate dal governo Draghi in ordine al rapporto tra la dimensione individuale e collettiva del diritto salute. A tale conclusione è giunta recependo acriticamente, come il precedente governo, le affermazioni delle diverse autorità sanitarie, nazionali e internazionali, che hanno autorizzato il commercio dei vaccini in questione e che ne avrebbero certificato la sicurezza ed efficacia, per cui i relativi benefici supererebbero gli inevitabili rischi (pure riconosciuti dalla Corte). Per i “pochi” sfortunati, concludono i giudice, sarebbe sufficiente l’indennizzo previsto per legge.

Così facendo la Consulta ha, tuttavia, omesso di verificare il rispetto della dignità umana, quale limite assoluto ai trattamenti sanitari obbligatori a tutela della collettività, che pure veniva in rilievo nel caso di specie. Ciò in ragione della assoluta “novità” di tali vaccini (ma si dovrebbe parlare più propriamente di cure ancora sperimentali), poiché hanno ricevuto solo un’autorizzazione al commercio “condizionata” (per ragioni di urgenza, al fine di fronteggiare una situazione emergenziale nella presupposta, ma falsa, assenza di cure alternative), sono privi di studi di genotossicità e cancerogenicità e sono altresì associati a un numero di eventi avversi gravi, financo letali, registrati dalle autorità sanitarie nazionali e internazionali, significativamente maggiore rispetto agli altri vaccini obbligatori (secondo i dati al 12 novembre 2022 di EudraVigilance, a quella data abbiamo 48.817 decessi e oltre cinque milioni di casi avversi gravi).

Anche volendo condividere la ragionevolezza della previsione dell’obbligo vaccinale nell’aprile 2021 in linea con le motivazioni della Corte, non sembra che questa sia riuscita poi a calibrare le sue valutazioni in ragione dell’evoluzione della pandemia e delle conoscenze scientifiche, seppure abbia affermato di volerlo fare.

Infatti, pur capendo le difficoltà di un giudice nel confrontarsi con le risultanze medico-scientifiche, la Consulta si è trincerata dietro le affermazioni delle autorità sanitarie, rifiutando del tutto di valutare la proporzionalità dell’obbligo vaccinale a seguito dell’affermarsi della variante Omicron, dal dicembre 2021, e successive sotto varianti, più contagiose ma assai meno pericolose e che di fatto hanno determinato la fine della pandemia, nonché della sopraggiunta consapevolezza e dimostrazione scientifica dell’efficacia delle cure domiciliari preventive, a base di antiinfiammatori e anticoagulanti, che riducono fortemente i rischi di effetti gravi della malattia e quindi di ospedalizzazione, prima ancora che di decesso. A ciò si aggiunga la mole di studi scientifici che, dalla seconda metà del 2021, hanno iniziato a individuare le criticità di tali vaccini in termini di sicurezza ed efficacia, manifestando con evidenza la fallacia delle affermazioni delle autorità sanitarie. La Consulta finisce pertanto per dipingere un quadro francamente molto lontano dalla realtà sanitaria, in cui la diminuzione del numero dei contagi, dei ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva e dei decessi sarebbe dipesa dalla campagna vaccinale piuttosto che dalla evoluzione naturale del virus, come si evince, invece, osservando le analoghe riduzioni nei paesi a bassa intensità vaccinale (l’India, ad esempio, dal marzo 2022 ha un numero di contagi e decessi limitatissimo).  

Infine, significativo dell’approccio a tutti i costi “salvifico” tenuto dalla Consulta, è l’affermazione circa la compatibilità tra la natura obbligatoria del vaccino (presidiata da gravi conseguenze) e la necessità di prestare il consenso informato per ricevere il vaccino, invece richiesto per i trattamenti sanitari liberi.

Non resta che aspettare la Corte di Giustizia dell’UE, chiamata a esprimersi sull’obbligo vaccinale dal Tribunale di Padova, vista la totale assenza di difesa dei valori fondamentali dei cittadini da parte del supremo giudice italiano.

di avv. Roberto Tieghi e avv. Giulio Chiarizia

Tags:

Leave a Comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *