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Speranza per Carige SpA

Con la rinuncia della Cassa Centrale Banca (CCB) ad esercitare l’opzione per diventare partner di Carige SpA si è tornati al maggio 2019, quando il fondo americano Black Rock aveva interrotto le trattative aprendo una fase di incertezza sul futuro della banca ligure.

Per Fidt (Fondo Interbancario di Tutela sui Depositi) è già la seconda volta che un possibile partner o acquirente sfugge. Le risorse di Fidt provengono unicamente da enti privati e questo, dopo la recente sentenza della Corte di Giustizia UE, fa sorgere un’esigenza: rafforzare al più presto la governance, e quindi l’operatività.

«Carige Spa – afferma Giuseppe Boccuzzi, Presidente di Carige Spa – prosegue nel suo percorso di rilancio industriale, forte dell’azione impressa dagli Organi Collegiali, dall’Amministratore Delegato e da tutto il personale».

Francesco Guido, AD Carige Spa, ha ribadito: «L’elevata qualità dell’attivo, l’adeguatezza dei mezzi patrimoniali (rispetto alle attuali previsioni regolamentari) continueranno ad essere il fulcro del piano di rilancio che ha consentito a Carige di essere, in piena emergenza, primo protagonista nel sostegno ad imprese e famiglie, in particolare in Liguria».

Il Fidt potrà stare in Carige almeno ancora per un anno. Ci sarà quindi tutto il tempo per valutare altre opzioni funzionali al consolidamento e al rilancio dell’Istituto genovese.

Anche il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha commentato: «La politica meno si occupa di banche e meglio è, visto quello che è accaduto in passato proprio per colpa di una politica impicciona».

Non è pensabile ipotizzare la nascita di una banca pubblica con l’aggregazione di Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Bari e Carige SpA., come hanno suggerito alcuni parlamentari di maggioranza. Si tornerebbe indietro di 30 anni, quando la politica nominava il 90% degli amministratori delegati e presidenti delle banche.

È bene ricordare che, in ogni caso, prima di far partire altre ipotesi di aggregazioni o fusioni, occore rapportarsi con la BCE che, esercitando la vigilanza europea sui primi 20 Istituti di Credito Italiani, deve fornire il proprio consenso a operazioni di fusione e accorpamento di Carige Spa.

Il premier Draghi e il Ministro dell’Economia Franco hanno competenza ed esperienza per governare al meglio, assieme alla Bca d’Italia, future aggregazioni e fusioni all’interno del sistema bancario italiano.

È possibile immaginare che nella partita Carige Spa possano avere un ruolo Istituti di dimensione nazionale e internazionale come il Credit Agricole, la BPER (Banca Popolare dell’Emilia Romagna) e BPM (Banco Popolare di Milano).

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