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Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, via libera dell’Ecofin

di Luigi Grillo*

Il via libera dell’Ecofin al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza messo a punto dal Governo Draghi accresce il prestigio del nostro Paese in Europa.

L’approvazione dei ministri finanziari europei, pur essendo scontata, indica di fatto la conclusione di un complesso procedimento e si traduce  nell’apprezzamento del lavoro svolto in Italia.

L’Italia potrà quindi concludere convenzioni di sovvenzione e accordi di prestito che consentiranno un pre-finanziamento fino al 13% dell’importo totale che per l’Italia vorrà dire 25 MDI di euro su complessivi 191 MDI di euro pronti ad arrivare dalla UE attraverso le risorse raccolte con l’emissione del debito comune.

L’esborso dovrebbe arrivare entro fine mese o al massimo nella prima parte del mese di agosto.

Ora diventa ancora più stringente il vincolo dell’attuazione delle riforme alla cui realizzazione è subordinata la fruizione delle sovvenzioni e dei prestiti europei a cominciare dalla riforma della Giustizia, dalla riforma del Fisco, dalla riforma della Pubblica Amministrazione, dalla riforma della  Concorrenza, del Lavoro e degli Ammortizzatori Sociali.

Sulla riforma della giustizia penale si prospetta un iter parlamentare non facile considerate le recenti dichiarazioni dell’ex premier Conte a sostegno del lavoro fatto dal suo compagno di partito, il modesto avvocato di periferia on. Bonafede 

«Non accetteremo che le nostre riforme siano cancellate» dice Conte non rendendosi conto di parlare a nome di un Movimento in piena crisi il cui unico obiettivo oggi è sopravvivere fino alla fine della legislatura.

Conte sembra ignorare che in Italia proprio la durata eccessiva dei processi penali è una vergogna nazionale, che imprigiona per anni l’imputato perfino se innocente in primo grado, viola impunemente la Costituzione   e ha guadagnato all’Italia il record di condanne della  Corte Europea dei diritti dell’uomo (ne abbiamo collezionate il doppio della Turchia). 

È singolare poi che il Governo, dichiarando di fondarsi sulle esigenze del Piano di Ripresa, abbia dato  priorità alla pur importate giustizia penale ma non a quella civile, certamente più vicina  alle necessità del Piano e ancor più bisognosa di revisioni.

È noto che la durata dei processi civili non è meno patologica di quella dei processi penali ed è ancor più legata alle aspettative di certezza degli operatori economici, degli investitori, dei lavoratori.

L’Italia dispone  del sistema bancario più solido e più patrimonializzato d’Europa , le banche italiane soffrono però di un condizionamento negativo: la quantità di NPL (crediti deteriorati, crediti in sofferenza) che è percentualmente assai maggiore di quella registrata  nei bilanci delle banche degli altri paesi europei.

Come si spiega tutto ciò? 

Perché in Italia una banca creditrice per aver concesso un finanziamento  garantito da ipoteca su immobile nei confronti di un debitore inadempiente impiega 6/7 anni per recuperare tramite il Tribunale quanto prestato.

In Francia sono sufficienti 6 mesi, in Inghilterra 12 mesi.

E, a proposito di sistema bancario, occorre richiamare il Governo, di cui fanno parte il Presidente ex Governatore della Bca d’Italia ed ex Presidente della BCE nonché il ministro dell’Economia ex Direttore Generale della Bca d’Italia, a porre fine all’incertezza, allo stato di attesa che circonda il futuro del Monte dei Paschi di Siena e della CARIGE spa.

Il Monte dei Paschi non può diventare il protagonista della prossima campagna elettorale di Siena, così come la CARIGE non può essere abbandonata a se stessa senza rendersi conto delle implicazioni negative che ricadrebbero sul tessuto economico di una intera regione, quella ligure.

* già presidente della VIII Commissione del Senato e sottosegretario al Bilancio

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