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Il bilancio del Governatore a fine mandato e il futuro di Bankitalia

 

Non potevano essere considerazioni finali ordinarie quelle lette da Ignazio Visco al termine del suo mandato di dodici anni in cui ha dovuto affrontare prima la grave crisi bancaria europea, poi l’emergenza della pandemia, infine l’invasione della Russia alla Ucraina che ha innescato l’inflazione e costretto le banche centrali ad un brusco innalzamento dei tassi di interesse.

Per questo – occorre subito sottolineare – il Governatore ha dimostrato una rara capacità di mantenere la barra dritta e di rispondere con i fatti a molte pretestuose critiche.

Chi ha commentato talune sue dichiarazioni arrivando a parlare di un Governatore che fa l’oppositore del Governo evidentemente dimentica il richiamo che Visco ha fatto in inizio della sua relazione quando ha ricordato una frase che il Governatore Bonaldo Stringher pronuncio’ nel 1900.

La Banca d’Italia ha l’intento esclusivo – disse in sostanza Stringher – in comune non in dissenso con il Governo, di migliorare le condizioni dell’attività nazionale e di migliorarne le sorti.

Nelle considerazioni di Visco si rinviene un netto equilibrio delle valutazioni con una prevalenza dei giudizi positivi e più in generale dell’ottimismo.

I suoi giudizi sul salario minimo, sul PNRR o sulla riforma fiscale, o sulla giustizia sociale sono sempre contestabili, ma nel merito non con accuse pregiudiziali di infondato schieramento.

In buona sostanza sono necessari dati e argomenti precisi per controdedurre che da una indicazione specifica di merito data dalla Banca Centrale Italiana si fa addirittura discendere una sua collocazione all’opposizione.

Naturalmente se l’Istituto è autonomo e indipendente anche il Governo è ancora più autonomo e indipendente e può adottare le scelte che ritiene anche esprimendo sue valutazioni (magari rigorose) sulla politica monetaria e sulla funzione della Vigilanza bancaria.

Le indicazioni di Visco per il futuro nascono dal fatto che l’economia italiana, che fino alla pandemia aveva perso terreno rispetto al resto d’Europa, ha mostrato una capacità di reazione inaspettata e migliore degli altri Paesi.

L’eccezionale tenuta delle esportazioni che hanno contribuito all’aumento del PIL per oltre 3 punti consente di affermare che l’analisi di Visco appare dominata dall’ottimismo della volontà più che dal pessimismo della ragione.

I nodi da affrontare per un recupero stabile della nostra crescita economica a cui Visco ha fatto chiaramente riferimento sono:

  • Il Mezzogiorno
  • L’occupazione giovanile
  • Gli investimenti in capitale umano,
  • La Pubblica Amministrazione
  • Le politiche di immigrazione per compensare la diminuzione della popolazione residente che al 2040 arriverà a sei milioni nella fascia di età lavorativa (15 – 64 anni)

L’invito di Visco è quindi quello di considerare i programmi europei, in particolare PNRR e NEXTGEN EU, grandi opportunità che vanno sfruttate fino in fondo, anche perché la riduzione del debito pubblico rispetto al PIL rimane una priorità della politica economica a prescindere dalle regole europee.

Visco, come è noto, il prossimo mese di ottobre terminerà il secondo mandato e non potrà esercitare un terzo mandato.

La nomina del nuovo Governatore della BIT spetterà in ultimo al Capo dello Stato.

È sempre delicato interloquire in un campo che ricade sotto la competenza del Presidente ella Repubblica.

Il Governo però potrebbe manifestare la sua volontà che questa nomina venga decisa con un adeguato anticipo per poi attuare la decisione formale al compimento dei 12 anni (ottobre 2023) come avviene del resto per le cariche della UE e come è avvenuto per la nomina di Mario Draghi a presidente della BCE.

 

A cura di Luigi Grillo, già Presidente VIII Commissione del Senato e sottosegretario al Bilancio

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