Fondazioni: Acri, al via a Cagliari il congresso nazionale. Profumo, «sviluppo e sociale vadano di pari passo»
Al via oggi a Cagliari il 25° congresso nazionale di Acri, realizzato insieme alla Fondazione di Sardegna. Si tratta di un appuntamento che, con cadenza triennale, consente di fare il punto su ruolo e prospettive delle Fondazioni di origine bancaria e delle Casse di Risparmio Spa. Questa edizione del congresso si intitola “Sulle strade dell’Uguaglianza” ed è il culmine di un percorso partecipato di riflessione, condotto da Acri, sul tema delle disuguaglianze nel nostro Paese, sulle sperimentazioni già in atto e sulle nuove azioni da mettere in campo per contribuire a contrastarle.
Alla cerimonia inaugurale di stamattina, che si è aperta con la lettura del messaggio inviato dal presidente della Repubblica, assieme al presidente di Acri, Francesco Profumo, sono intervenuti: Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari; Christian Solinas presidente della Regione Sardegna; Vittorio Colao, ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale; Giovanni Gorno Tempini, presidente di Cassa Depositi e Prestiti; Antonio Decaro, presidente di Anci in videocollegamento, Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore; Angel Font, presidente di Philea – Philanthropy Europe Association. La vicepresidente del Parlamento europeo, Giuseppina Picierno, ha inviato un videomessaggio.
«Per troppo tempo, sviluppo e sociale sono stati considerati separatamente. Per troppo tempo, è stata dominante una visione che voleva che i due termini fossero al più collegati da un rapporto di causa-effetto: la crescita economica di un territorio e la creazione di posti di lavoro avrebbero progressivamente fatto crescere il capitale umano e sanato le disuguaglianze della società – ha detto Profumo -. Ma non è stato affatto così. Ci siamo finalmente resi conto che, se non vogliamo produrre uno sviluppo fragile e superficiale, le due cose devono andare di pari passo. Per realizzare una crescita radicata e duratura, dobbiamo contestualmente alimentare la coesione sociale, attraverso il protagonismo delle comunità. Perché siamo finalmente tutti consapevoli che la disuguaglianza, a lungo andare, non è solamente ingiusta, ma anche portatrice di una complessiva inefficienza dell’intero sistema».