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Africa e mercato. Parla Rita Ricciardi (Bergs & More)

Rita Ricciardi

Diritto & Affari intervista Rita Ricciardi, founding partner e business advisor di Bergs & More, con una specializzazione in Economia e Finanza per lo Sviluppo Internazionale. Ricciardi vanta una prestigiosa esperienza lavorativa all’Organizzazione delle Nazioni Unite. Si occupa degli aspetti aziendali, commerciali e finanziari degli investimenti internazionali, della pianificazione e della strategia di sviluppo, della consulenza M&A, degli appalti pubblici e privati e del partenariato pubblico-privato con particolare attenzione ai settori dell’energia e delle infrastrutture, della sanità, dell’agrobusiness e delle telecomunicazioni. Opera principalmente in Africa e nelle regioni del Golfo dove ha trascorso gli ultimi 20 anni della sua vita

La vostra law firm si sta affermando come punto di riferimento per l’Africa insieme ai più affermati studi della classifica dei 50 più grandi per fatturato. Siete in particolare preferiti rispetto ad altri per la ‘vecchia’ Africa orientale italiana, il Corno d’Africa. Come e perché è nata questa avventura?

«L’Africa per me è stato un punto di partenza, quando neo laureata sono partita come volontaria e dopo diversi anni, tra cooperazione e Nazioni Unite, ho capito che il mio contributo doveva essere dato in maniera diversa. Ho avuto l’opportunità negli ultimi 23 anni di vederla cambiare. L’Africa evolve, progredisce, e mentre in molti dei suoi Paesi vedo il gap tra ricco e povero ridursi sensibilmente, non posso dire lo stesso della nostra Europa. Questo Continente è il futuro. L’avevo già capito oltre 20 anni fa alla mia prima esperienza e oggi ne sono sempre più convinta».

Lei di cosa si occupa in particolare?

«Dopo diversi anni di esperienza a studiare progetti per la mia organizzazione umanitaria ho incominciato ad occuparmi del settore privato, nello specifico aiutandolo a crescere tramite l’acquisizione di competenze e tecnologia europea/italiana, spesso accompagnandolo con la finanza. Il Covid ha svegliato il settore primario Africano rendendolo ancora più aggressivo nella sua voglia di espandersi e anche noi, come studio, abbiamo affinato i nostri servizi aiutando i privati a trovare partners sia finanziari che di settore».

Quali sono le opportunità in aree come la Somaliland, il Kenya o l’Etiopia?

«Direi, quali non sono le opportunità in queste zone? Infatti, c’è spazio un po’ per tutto, bisogna però affrontare questi Paesi con consapevolezza e apertura mentale, ma sopratutto con tanta volontà e voglia di accettare nuove sfide. C’è molto da fare, ma d’altra parte non esiste business senza rischio».

Quali operazioni avete più recentemente accompagnato come Bergs&More?

«Il progetto più interessante vede il supporto ad un gruppo con sede a Dubai che sta costruendo un cementificio nel Corno d’Africa. Non è stato facile spiegare la bontà del operazione e la genuinità dell’operatore, non per la grandezza ma per la difficoltà dell’intervento. C’è poi un gap conoscitivo dovuto a scarsa informazione. I media possono fare di più per fornire l’immagine corretta di un’Africa che sta crescendo, pur con tanti problemi da gestire».

Quali obiettivi vi siete posti in ambito internazionale?

«Bergs & More è uno studio legale e di consulenza fiscale. Dunque, vogliamo affermare la nostra capacità tecnica in più paesi possibili. Nello specifico, il dipartimento che gestisco tra la sede di Dubai e quella di Nairobi si occupa di sviluppo internazionale e vorrebbe proporsi come un ponte che unisce le infinite opportunità che offre la parte d’Africa dove operiamo e le competenze europee, accompagnate sia dalla nostra finanza che da quella emirata. Il clou del progetto sono questi concetti: tecnologia Italiana e finanza mista europea-emirata nel Corno d’Africa».

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