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Caso Pozzolo, Bana (Pres. Assoarmieri): “No a criminalizzazione di uso armi con buonsenso”

 

«Sulla vicenda del deputato Pozzolo emergono leggerezze a dir poco incredibili, comportamenti lontanissimi da quelli che caratterizzano un regolare possessore di armi». A commentare la vicenda ai microfoni di Skill Pro, il podcast prodotto da On Air! The Skill (The Skill Group), è l’avvocato Antonio Bana, penalista e presidente di Assoarmieri.

«Alcune cose devono essere ben chiare fin da subito – spiega Bana – al di là dei dovuti accertamenti che saranno compiuti dall’autorità giudiziaria. La normativa italiana individua solo una ristretta cerchia di persone da autorizzare al porto d’armi per difesa personale, a cui viene fatta questa concessione da parte dell’autorità pubblica. Perciò è inammissibile leggere che il soggetto avrebbe esibito l’arma, sbandierandola, quando invece avrebbe dovuto – in virtù del privilegio concessogli – adottare maggiore cura, mostrare una responsabilità accresciuta, tenendo l’arma al sicuro in ogni istante».

«Tenendo a mente quanto prescritto dall’articolo 20 bis della legge 110/75, unitamente alle comuni regole di buona condotta, si può comprendere che esporre l’arma di cui si è in possesso è un gesto funzionale in alcune situazioni, ma da evitare in altre. Bisogna piuttosto tenere sempre un profilo molto basso, anche evitando che terze persone possano venire a conoscenza del fatto che si ha un arma addosso in quel momento. Nell’attimo in cui la propria arma viene estratta, sfoderata e impugnata è perché sussiste un pericolo imminente, immediato per l’incolumità personale di chi la detiene. Questo aspetto è fondamentale per discernere quando, in quali scenari è regolare mostrare l’arma», prosegue il legale.

«Occorre poi – continua Bana – sottolineare che non sia assolutamente ammissibile che un legale detentore di armi possa permettersi di far toccare la propria arma, ancorché scarica a terze persone. Le armi non sono tutte uguali, sono profondamente differenti, anche nel loro sistema di funzionamento e di sistemi di sicurezza».

«Se il soggetto in questione ha sbagliato è giusto e doveroso che paghi sotto i profili penali e amministrativi e ai giudici competerà naturalmente l’accertamento delle eventuali specifiche responsabilità. Però non bisogna incorrere nell’errore di accettare, nel modo più assoluto, che responsabilità a carattere individuale si abbattano, come spesso succede, su un’intera categoria, criminalizzandola. Basterebbe leggere le ultime rilevazioni e statistiche in materia che dimostrano come i soggetti legali detentori di armi hanno e mantengono sempre un buon senso di condotta, di trasparenza e di prudenza. E’ inaccettabile che chi può correttamente andare in giro armato o lavorare attraverso una serie di licenze con le armi debba essere criminalizzato per episodi di questo genere», conclude il presidente di Assoarmieri.

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