Razzante: “La Rete che Vorrei”

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di Ruben Razzante*

Lo scoppio della pandemia ha impresso una accelerazione inimmaginabile ai processi di digitalizzazione delle attività di imprese, enti pubblici e famiglie, ponendo sfide tecnologiche, giuridiche, deontologiche, psicosociologiche e culturali del tutto nuove. Gli attori istituzionali, i soggetti imprenditoriali, i lavoratori di tutti i settori hanno dovuto declinare nell’ambiente virtuale i tradizionali paradigmi delle loro attività e azioni, sperimentando equilibri innovativi tra libertà e responsabilità e inaugurando una nuova ecologia della conoscenza e delle relazioni fondata sulla generatività, sulla costruttività e su una diversa operatività. Se la figura del prosumer ha sublimato nel tempo la circolarità tra soggetti produttori e soggetti destinatari di informazioni, il potenziamento dell’accesso alla Rete durante la pandemia, e in particolare in regime di lockdown, ha reso la vita reale e quella virtuale intrecciate e indistinguibili.

In particolare durante il primo lockdown, social network, store online e motori di ricerca hanno garantito servizi essenziali o diritti diventando più “umani” ma anche più potenti, le Tv hanno acquistato nuova centralità, le imprese, la pubblica amministrazione, i cittadini hanno allargato la loro dimensione digitale in modo impensabile. Si sono create nuove opportunità ma anche nuovi divari; c’è stata una overdose tecnologica che ha spazzato via vecchie consuetudini ma anche aperto la strada ad abusi e/o dipendenze. La disinformazione galoppa.

Come trovare un nuovo equilibrio?

Si cerca di rispondere a questo quesito nel volume “La Rete che vorrei” (FrancoAngeli 2020)qui per leggere la recensione – che intende offrire uno spaccato dei cambiamenti epocali che coinvolgono il web e i suoi molteplici utilizzi, attraverso il contributo autorevole di chi vive quotidianamente, a vari livelli e con differenti approcci, tali trasformazioni e prova a incanalarne gli effetti nel solco virtuoso della costruzione di una società migliore e inclusiva e di una economia più equa e solidale. Ciascuno dei coautori ha svolto riflessioni attinenti al suo ambito di impegno professionale e istituzionale e ha formulato auspici e proposte, per rappresentare quanto sta accadendo nel mondo della Rete e proiettare in un orizzonte più ampio la magmatica e indecifrabile evoluzione che stiamo vivendo. In poco più di 150 pagine si cerca di raccontare la metamorfosi irreversibile delle dinamiche di sviluppo di individui, imprese, pubbliche amministrazioni e collettività organizzate, alla luce della “webcrazia” che si sta sempre più affermando come cifra identitaria del nostro tempo.

*Docente di Diritto dell’Informazione all’Università Cattolica di Milano e all’Università Lumsa di Roma, autore di numerosi saggi e manuali sul diritto dell’informazione e fondatore del portale www.dirittodellinformazione.it