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SZA Studio Legale vince causa contro parco acquatico. Nuova giurisprudenza su risarcimento per furto di beni personali

Laura Giammarrusto

SZA Studio Legale ha ottenuto una significativa vittoria in una causa contro un parco acquatico lombardo, relativa al furto di un orologio di valore subito da un utente della struttura. La controversia è stata gestita dall’Avv. Laura Giammarrusto, partner di SZA Studio Legale.

La sentenza, emessa dalla settima Sezione Civile del Tribunale di Milano, rappresenta una novità nella giurisprudenza riguardante la tutela dei beni personali all’interno delle strutture ricreative. Accogliendo la tesi dell’Avv. Giammarrusto, il Tribunale ha stabilito che, ferma la limitazione di responsabilità fissata dall’art. 1783 c.c. a 100 volte il costo sostenuto per l’ingresso nella struttura, detto parametro di riferimento, quando si tratta di ingressi multipli acquistati per eventi speciali, come feste di compleanno, deve essere rappresentato dal costo complessivo dell’evento. Nel caso specifico, l’utente aveva acquistato 20 ingressi, pertanto il valore massimo del risarcimento è stato determinato sulla base di tali ingressi multipli.

L’Avv. Laura Giammarrusto ha dichiarato: «Questa sentenza rappresenta un importante passo avanti per la tutela dei diritti degli utenti delle strutture ricreative. Siamo soddisfatti che il Tribunale abbia accolto le nostre tesi, riconoscendo la necessità di commisurare il criterio di risarcimento al costo unitario sostenuto per la festa di compleanno presso il parco acquatico e non già invece al singolo ingresso. Tuttavia, resta ancora molto da fare per garantire la sicurezza dei beni personali degli utenti. Nessuno entrerebbe in una struttura che non garantisce la propria incolumità, quindi perché non dovrebbe essere lo stesso per i propri beni personali?».

Sebbene la vittoria rappresenti un progresso, il Tribunale ha infatti anche stabilito che le strutture ricreative non possono essere considerate responsabili in modo illimitato per i beni risposti dagli utenti negli armadietti che, per quanto chiusi, sono facilmente apribili, in quanto mettere a disposizione degli utenti dei box per il deposito dei beni personali non equivale ad assumersene la custodia. Questo pone un problema significativo, poiché molte persone portano con sé in piscina o in palestra oggetti di uso quotidiano come chiavi di casa, cellulari e documenti personali. La sentenza evidenzia l’importanza di continuare a migliorare le misure di sicurezza per la protezione dei beni personali degli utenti nei luoghi preposti al divertimento e al benessere.

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